lunedì 6 ottobre 2025

Il Neo Prog Inglese degli Anni '80 e altri Pionieri

                    Il Neo Prog Inglese degli Anni '80

                                          e altri Pionieri

              Una Nuova Visione del Progressive Rock in UK

Neo Prog (UK)

Il neo prog inglese degli anni ’80 rappresenta una delle evoluzioni più interessanti all’interno del panorama del progressive rock. Questo movimento, nato dal fermento culturale e musicale degli anni ’80, ha saputo rinnovare e reinterpretare gli elementi classici del prog rock, integrandoli con nuove influenze come il post-punk la new wave e l’elettronica. Il risultato è stato un sound distintivo, caratterizzato da atmosfere evocative, strutture musicali raffinate e testi che spesso affrontano temi esistenziali e simbolici. In questo articolo analizzeremo l’importanza storica del neo prog inglese degli anni '80, le strutture musicali tipiche del genere e le band principali che hanno contribuito a definire questo territorio musicale, supportando il tutto con esempi di album e brani significativi.

Contesto Storico e Influenze

L’esplosione del neo prog inglese negli anni ’80 va intesa come un’evoluzione naturale del progressive rock degli anni ’70, caratterizzato dalla ricerca di nuove sonorità e dalla voglia di semplificare alcune delle strutture musicali troppo complesse e prolisse del periodo precedente. Il contesto post-punk, infatti, ha offerto un approccio più diretto e minimalista, mentre l’integrazione degli elementi elettronici e new wave ha permesso una maggiore sperimentazione nei timbri e nelle atmosfere. Queste influenze hanno favorito la nascita di sonorità che, pur rimanendo fedeli alle radici progressive, sono riuscite a rendere il genere più accessibile e contemporaneo.

Le band che hanno abbracciato il neo prog inglese negli anni '80 hanno saputo coniugare melodie orecchiabili e arrangiamenti articolati, dando vita a composizioni che spesso si caratterizzano per un uso accentuato di tastiere, chitarre spaziali e ritmi dinamici. La struttura musicale tipica del genere prevede solitamente una chiara divisione tra sezioni ritmiche, strumenti solisti e parti orchestrali o sintetizzate, creando un equilibrio che permette sia momenti di improvvisazione che tocchi di intensità melodica.

Struttura Musicale e Innovazioni Tecniche

Una delle caratteristiche distintive del neo prog inglese è la sua capacità di fondere la complessità armonica con una struttura formale più concisa rispetto al prog rock tradizionale. Le composizioni sono spesso costruite su un’architettura modulare, che prevede introduzioni suggestive, sviluppi tematici progressivi e finali aperti che invitano l’ascoltatore a una sorta di viaggio sonoro. L’uso sapiente della tastiera e degli effetti elettronici, pur rispettando la tradizione progressiva, ha permesso alle band di sperimentare con nuove sonorità e di creare atmosfere che trascendono il semplice concetto di canzone.

In particolare, l’influenza del post-punk ha contribuito a dare al neo prog un tono più sobrio e diretto, con testi e arrangiamenti che, pur mantenendo una carica emotiva intensa, puntano a comunicare in modo chiaro e immediato. Allo stesso tempo, l’integrazione dell’elettronica ha offerto strumenti e risorse tecniche che hanno ampliato il ventaglio sonoro, consentendo l’introduzione di elementi sperimentali e di effetti innovativi.

Le Principali Band del Neo Prog Inglese

Marillion

Tra i gruppi maggiormente rappresentativi del neo prog inglese degli anni '80, i Marillion occupano un ruolo centrale. La band, conosciuta per le sue liriche poetiche e per le sue melodie avvolgenti, ha saputo catturare l’essenza del movimento attraverso un approccio innovativo al progressive rock. Il loro sound, caratterizzato da arrangiamenti ricchi di tastiere e chitarre atmosferiche, ha fatto scuola e ha influenzato numerosi artisti successivi.

l'Album più Significativo: Script for a Jester's Tear

"Script for a Jester's Tear" è considerato uno degli album pilastro del neo prog inglese degli anni '80. Questo lavoro ha instaurato un dialogo tra le tradizioni del prog rock degli anni '70 e le nuove tendenze degli anni '80, proponendo brani che variano da atmosfere intime a esplosioni di energia strumentale. L’album dimostra come i Marillion siano riusciti a rinnovare il genere, mantenendo una coerenza stilistica che ha aperto la strada ad altre sperimentazioni nel campo del progressive rock in UK.

IQ

Un’altra band fondamentale per il movimento sono stati gli IQ, il gruppo che ha incarnato l’essenza del neo prog con un approccio più intimista e riflessivo. Grazie all’uso marcato di sintetizzatori e arrangiamenti riccamente stratificati, gli IQ hanno saputo creare un sound che unisce tecnica e creatività, risultando così una delle realtà più coerenti e durature della scena.

l' Album più Significativo: The Wake

"The Wake" è un album emblematico degli IQ, in cui ogni traccia evidenzia la cura per la composizione e la ricerca di sonorità innovative. L’album rappresenta al meglio l’equilibrio tra virtuosismo strumentale e accessibilità emotiva, dimostrando come il neo prog possa sposare la complessità musicale con un linguaggio più diretto e coinvolgente. Tale lavoro è diventato un punto di riferimento per gli appassionati del progressive rock in UK, contribuendo a definire le caratteristiche sonore del genere.

Pendragon

I Pendragon sono un’altra band chiave del panorama neo prog inglese. Conosciuti per le loro atmosfere suggestive e per le loro complesse strutture melodiche, i Pendragon hanno saputo consolidare uno stile distintivo, che si differenzia per l’attenzione ai dettagli e per l’infusione di influenze contemporanee. La loro musica è caratterizzata da un forte impatto emotivo, supportato da arrangiamenti ricchi di stratificazioni timbriche. Hanno esordito nel 1985 con The Jevel.

Album più Significativi: una trilogia: The Window of Life, The Masquerade Overture, Not Of This World.

"The Window of Life", il primo album della trilogia, rappresenta uno dei momenti più importanti della carriera dei Pendragon. In questo album, la band esplora tematiche esistenziali e mitiche attraverso una struttura musicale complessa ma accessibile, che alterna momenti introspettivi a passaggi più dinamici e virtuosistici. Il lavoro evidenzia l’abilità dei Pendragon nel fondere elementi tradizionali del prog rock con una sensibilità moderna, contribuendo così all’evoluzione del neo prog inglese anni degli '80.

Altre band fondamentali del Movimento

Oltre a Marillion, IQ e Pendragon, il panorama del neo prog inglese degli anni ‘80 ha visto anche la partecipazione di altri gruppi che hanno sperimentato e ampliato i confini del genere, alcuni dei più influenti: Twelfth Night, Pallas, Solstice etc..... Sebbene alcune band abbiano avuto una visibilità più limitata, l’insieme delle produzioni ha contribuito a creare una rete di influenze e innovazioni che ha plasmato il progressive rock contemporaneo. I riferimenti al post-punk, alla new wave e all’elettronica, in particolare, hanno spinto gli artisti a esplorare nuove tecniche di registrazione e a utilizzare strumenti digitali che, pur essendo in fase embrionale, hanno aperto la strada a future evoluzioni del genere.

La capacità di questi gruppi di integrare differenti influenze musicali è uno dei fattori che ha permesso al neo prog inglese degli anni '80 di distinguersi dalla tradizione del prog rock precedente, dando vita a un movimento che, pur mantenendo una forte identità artistica, si è mostrato aperto al dialogo con altre correnti musicali.

Conclusioni

In sintesi, il neo prog inglese degli anni ’80 ha segnato una svolta importante nella storia del progressive rock in UK, offrendo una visione rinnovata e particolarmente influente del genere. Le band come Marillion, IQ e Pendragon hanno stabilito nuovi standard sonori e compositivi, dimostrando la capacità del movimento di evolversi pur rimanendo fedele alle sue radici artistico-musicali. L’integrazione di elementi del post-punk, new wave e dell’elettronica ha ulteriormente arricchito il panorama, permettendo a questo sottogenere di espandersi e di influenzare le generazioni successive.

Le strutture musicali adottate, caratterizzate da un equilibrio tra sperimentazione e accessibilità, la cura dei dettagli negli arrangiamenti e l’uso innovativo degli strumenti elettronici, hanno reso il neo prog inglese anni '80 un punto di riferimento imprescindibile per chiunque voglia approfondire la storia e l’evoluzione del rock.

Segue, nei post successivi, la mia personale compilation composta da 3 CD dove oltre alle band già citate , appariranno nelle tracks list altri gruppi non meno influenti, oltre che "La Rossa" e "Thalassa" (Francia), North Star (USA) e Taurus (Olanda).


domenica 5 ottobre 2025

Various Artists - Rock Progressivo Japanese '80 (CD 3)

             Various Artists - Rock Progressivo Japanese 

                                              Revival '80

Various Artists - Rock Progressivo Japanese

                                                   CD 3

Front Cover Album Collage

Tracks list:

1) Teru's Symphonia - On The 13th Friday

Teru's Symphonia - Teru's Symphonia (1985)

                                    Full Album
On The 13th, Friday è la prima traccia )

2) Pageant - Vexation

La Mosaique de la Rèverie (1986)


3) Mugen - Sinfonia della Luna

Mugen - Sinfonia della Luna (1984)


4) Pale Acute Moon - Chapter III, Time Trip

Pale Acute Moon - "Newtopia" (1985)


5) Gerard - Empty Lie, Empty Dream

Gerard - Empty Lie, Empty Dream (1985)



6) Outer Limits - Mixer

Outer Limits - The Scene Of  Pale Blue (1987)


7) Fromage - Kishibe No Nai Umi

Fromage - Ondine (1984)


Con questo ultimo brano dei Fromage si conclude la mia personale compilation composta da 3 CD del Progressive Revival Giapponese degli anni '80, che sulla scia del Neo Prog Inglese non ha certamente sfigurato.
Negli anni '90 alcune di queste band hanno continuato con lo stesso fervore oltre alle tante altre, Ars Nova su tutte, nate sotto l'influenza di così tanta creatività.

sabato 4 ottobre 2025

Various Artists - Rock Progressivo Japanese '80 (CD 2)

                 Various Artists - Rock Progressivo Japanese 

                                   Revival '80

Various Artists - Rock Progressivo Japanese 

                                                   CD 2

Front Cover Album Collage

Tracks list:

1) Magdalena - Leanhaun Shee

Magdalena - Magdalena (1987)


2) Ain Soph - A Story of Mysterious Forest

Ain Soph - A Story of Mysterious Forest (1980)


3) Ataraxia - Adolescence Of An Ancient Warrior

Ataraxia - Adolescence Of An Ancient Warrior (1986)


4) Pazzo Fanfano di Musica - Fragoroso

Pazzo Fanfano di Musica - Pazzo Fanfano di Musica (1989)


5) Negasphere - At The Last Moment

Negasphere - Castle In The Air (1984)

                                                              At The Last Moment (Live)

6) Deja Vu - Baroque In The Future

Deja Vu - Baroque In The Future (1988)


7) Mugen - Salomè

Mugen - Lèda Et Le Cygne (1986)

                                                    Full Album
( Salomè è la terza traccia )

Il Terrore Rosso

                               Il Terrore Rosso

(Oltre alle ormai regolari divagazioni di ogni giorno 9 del mese, è necessario pubblicare occasionalmente altri contenuti che si discostano dal tema principale di questo blog, ovvero il rock progressivo. Questi articoli speciali servono ad esplorare argomenti specifici e a far luce su eventi di rilievo, con l'intento di stimolare la sensibilità collettiva. Spero di non annoiarvi, anzi, mi preme rendervi partecipi di temi che possano suscitare il vostro interesse)


Il Terrore Rosso

Il Terrore Rosso che molti preferirebbero dimenticare di Michele Negro, ForzaUcraina.it. Presentiamo un'analisi di Michele Negro, del collettivo ForzaUcraina.it, che si inserisce in un approfondimento sul tema della decolonizzazione e sul dialogo tra Russi e Ucraini recentemente proposto sul sito della Fondazione Gariwo

Ogni anno, il 27 gennaio, nella Giornata della Memoria, ripetiamo il mantra "Mai più." Lo facciamo anche il 25 aprile, nella Giornata della Liberazione, per ribadire il nostro impegno contro il nazifascismo e i terribili crimini compiuti in Europa. Queste commemorazioni sono fondamentali per il nostro futuro e la nostra consapevolezza. Non basta estraniarsi dalla storia e pronunciare "mai più"; è essenziale comprendere che il male è stato possibile perché accettato o ignorato da tutti noi. Oggi, abbiamo la responsabilità e il dovere di osservare il mondo che ci circonda e riconoscere il male per condannarlo.

Non intendo sminuire l'atrocità della Shoah o il terrore nazifascista affermando che il comunismo potrebbe essere stato peggiore e quasi impunito. Non voglio calpestare la memoria di coloro che hanno sofferto a causa del male del '900, un male che ha colpito milioni di famiglie ancora invisibili. È noto che Hitler trasse esempio da Stalin e dai gulag, trasformando una "lotta di classe" in una "lotta di razza." È sotto il segno di questa "lotta di classe" che, prima, durante e dopo il nazifascismo, il Terrore Rosso ha perseguitato, deportato e sterminato milioni di innocenti.

All’interno del "Il libro nero del comunismo" (Mondadori, 1998) dello storico Stéphane Courtois, viene evidenziato che il comunismo ha perpetrato infiniti crimini, sia contro lo spirito che contro la cultura universale e le culture nazionali. Stalin ha demolito decine di chiese a Mosca; Ceausescu ha distrutto il centro storico di Bucarest per edificare nuove strutture e creare larghissimi viali; Pol Pot ha abbattuto pietra dopo pietra la cattedrale di Phnom Penh e ha abbandonato i templi di Angkor alla giungla. Durante la Rivoluzione culturale, le Guardie rosse di Mao hanno devastato inestimabili tesori. Sebbene queste perdite possano sembrare gravi nel lungo termine per le nazioni e l'umanità, che rilevanza hanno di fronte al massacro di uomini, donne e bambini?

I dati parlano chiaro: 

URSS, 20 milioni di morti
Cina, 65 milioni
Vietnam, 1 milione
Corea del Nord, 2 milioni
Cambogia, 2 milioni; 
Europa dell'Est, 1 milione; 
America Latina, 150 mila; 
Africa, 1 milione 700 mila; 
Afghanistan, 1 milione 500 mila; 
Movimento comunista internazionale e partiti comunisti non al potere, circa 10 mila morti. 
Il totale approda a quasi 100 milioni di vittime

Queste cifre nascondono però situazioni molto diverse. Per esempio, in Cambogia, Pol Pot ha sterminato, con metodi atroci come la carestia e la tortura, circa un quarto della popolazione in soli tre anni e mezzo. L'esperienza maoista si distingue invece per il numero enorme di persone coinvolte, mentre la Russia leninista e stalinista fa rabbrividire per il suo approccio sperimentale, perfettamente calcolato e politico.

Ritengo opportuno sottolineare che "Il libro nero del comunismo" è stato criticato per i suoi dati, poiché alcuni sostengono che siano imprecisi o addirittura gonfiati dall'autore. Tuttavia, queste cifre rimangono indicative, considerando che i regimi in questione non hanno mai permesso agli storici e ai ricercatori di accedere ai loro archivi, ostacolando così la venuta alla luce della verità e il percorso della giustizia. Nella sola Unione Sovietica, in nome della "lotta di classe," sono stati eliminati almeno 20 milioni di persone. Tra loro, fra i 5 e i 7 milioni di ucraini furono sterminati dalla fame durante l'Holodomor. Molti polacchi, ucraini, baltici, moldavi, bessarabici, tedeschi, tatari, ceceni, ingusci e dissidenti (o presunti tali) sono stati deportati su treni merci, con molti che morirono durante i viaggi a causa di privazioni, malattie, freddo o sfruttamento nei gulag.

Oggi, simili stragi continuano in Corea del Nord, dove chiunque sia sospettato di dissidenza affronta deportazione, prigionia e talvolta la pena capitale. Essere dissidenti è molto semplice: basta ascoltare musica o guardare film occidentali, professare una religione, scrivere o parlare esprimendo un "pensiero sbagliato." I comunisti non hanno mai ammesso i loro crimini, non hanno mai chiesto scusa alle vittime e al mondo, e non hanno mai assunto la responsabilità di dire "mai più" per le generazioni future.

Attualmente, i "nuovi comunisti" sono quelli che diffondono e sostengono la propaganda del Cremlino, che non è altro che l'ultimo spasmo di quella sovietica. È interessante notare che i Paesi che cercano di allontanarsi dal grigio passato sovietico, costruendo democrazie, rinominando strade, creando nuove alleanze e demolendo monumenti, diventano il bersaglio preferito della propaganda o bombardamenti da Mosca. Lo abbiamo visto in Moldavia e Georgia, e ora in Ucraina; la strategia rimane invariata: “o mi lasci comandare o ti distruggo.” I "nuovi comunisti" faticano a comprendere che il socialismo deve adattarsi al mondo moderno, un mondo stanco delle vecchie ideologie del male.

I muri sono crollati, portando giù con loro tutto ciò che doveva crollare. Le persone hanno iniziato a viaggiare in Occidente: molti hanno considerato di stabilirsi "dall’altra parte" - chissà perché - e altri hanno iniziato a raccontare le verità sul comunismo, sfatando i miti che lo circondano. L'aggressione russa su larga scala ai danni dell'Ucraina, insieme ai nuovi orrori nel cuore d'Europa, ha catalizzato il dibattito su termini come "nazisti," "comunisti," "denazificazione" e "decomunizzazione", mentre si parla troppo poco di Memoria e Responsabilità.

Ritengo che il problema dei "nuovi comunisti" risieda nella loro cieca fede nel Terrore Rosso, cercando di ricostruire un mondo che è crollato sotto il peso della libertà, rifiutandosi di vedere l'orrore del passato e del presente. È necessario prestare ascolto ai nostri fratelli europei che hanno vissuto sulla loro pelle la brutalità del comunismo. I popoli di Paesi come la Repubblica Ceca, la Slovacchia, la Polonia, la Lituania, la Lettonia e l'Estonia hanno storie significative da raccontare. Spesso sono criticati per la demolizione dei vecchi monumenti comunisti, simboli di oppressione. Ma perché disprezzare la decomunizzazione? È facile criticare quando si conosce solo il lato positivo della storia. Dobbiamo imparare ad affrontare anche l'aspetto oscuro. È giusto comparare il negazionismo dei crimini stalinisti e comunisti a quello dello sterminio degli ebrei da parte dei nazisti, punito per legge.

È necessaria una semplice azione, anche se non facile: aprire gli archivi, riconoscere e scusarsi per i crimini commessi. Questi crimini devono essere analizzati e condannati in nome dei valori democratici, non degli ideali nazifascisti. Propongo l'istituzione di due nuove giornate per dire "mai più," questa volta al Terrore Rosso e ai crimini da esso perpetrati nel mondo.

venerdì 3 ottobre 2025

Various Artists - Rock Progressive Japanese '80 (CD 1)

             Various Artists - Rock Progressive Japanese

                                         Revival  '80

             Various Artists - Rock Progressive Japanese

                                                   CD 1
Front Cover Album Collage

Tracks list:

1) Midas - Sham Noctiluca

Midas - Beyond The Clear Air (1988)


2) Bi Kyo Ran - Silent Running

Bi Kyo Ran - Parallax (1984)


3) Vermillion Sands - In Your Mind

Vermillion Sands - Water Blue (1989)

                                                Full Album ( In Your Mind è la traccia n. 3 )

4) Outer Limits - Satured Solution

Outer Limits - Misty Moon (1985)


5) Novela - The Boyhood, The Cliff

Novela - La Songerie (1980)


6) Sagittarian - Cosmo Child

Sagittarian - Sagittarian (1984)


7) Bellaphon - Firefly

Bellaphon - "Firefly" (1987)



Il Revival (Neo Prog) Progressive Rock Giapponese degli Anni '80

 Il Revival (Neo Prog) Progressive Rock Giapponese Anni ’80

Neo-Progresssive Japan

Introduzione

Negli ultimi decenni, il panorama musicale giapponese si è contraddistinto per la sua capacità di reinventarsi costantemente, abbracciando tendenze internazionali e integrandole con peculiarità locali. Uno degli esempi più affascinanti di questo sincretismo è rappresentato dal revival del progressive rock giapponese degli anni ’80. In questo articolo, esploreremo il contesto storico e culturale che ha portato alla rinascita di questo genere, analizzeremo le caratteristiche tipiche delle produzioni progressive dell’epoca e approfondiremo il ruolo di alcune band che sono divenute simbolo del movimento.

Contesto Storico

La fine degli anni ’70 furono caratterizzati da un fermento creativo globale nel campo del rock. Mentre in Occidente band punk e new wave prendevano il sopravvento in Giappone si assisteva a una crescente curiosità verso il progressive rock. La scena musicale nipponica, già in contatto con sonorità psichedeliche e fusion, si trovò di fronte alla possibilità di reinterpretare un genere che aveva profondamente segnato gli anni precedenti.

Tale rinascita non fu solamente un ritorno agli stili del passato, bensì un’innovazione che integrava elementi tradizionali e moderni. Gli artisti giapponesi, pur mantenendo le radici nel rock progressivo, sperimentarono con arrangiamenti intricati, l’uso di sintetizzatori e tastiere di ultima generazione, e arricchirono il quadro sonoro introducendo influenze dal jazz fusion, dalla musica sinfonica e, talvolta, da sonorità tradizionali giapponesi. Il risultato fu un rinnovato interesse verso il progressive rock, che venne accolto sia dal pubblico di nicchia che dagli appassionati con conoscenze intermedie del genere.

Band Principali del Movimento

Tra gli interpreti di questo revival, alcune band hanno avuto un ruolo fondamentale nel definire le caratteristiche distintive del progressive rock giapponese degli anni ’80. Questi gruppi hanno saputo fondere la tradizione musicale occidentale con una sensibilità fortemente orientata alla ricerca artistica e all’innovazione sonora. Tra questi: Novela, Mugen, Ataraxia, Midas, By Kyo Ran, Bellaphon, Pageant , Gerard, Ain Soph etc...ed altre band che scopriremo insieme nella mia personale compilation.

Novela: Questo  gruppo è stato nei primi anni ’80 una lieta scoperta da critica e pubblico. La loro abilità nel creare atmosfere oniriche, unitamente a testi poetici e arrangiamenti sofisticati, ha costituito un punto di riferimento per una nuova generazione di musicisti e appassionati.

Mugen: Con il loro sound distintivo che univa il rock classico a elementi di progressive sinfonico, i Mugen, formatesi alla fine degli anni ‘70, hanno avuto una notevole influenza sul revival del genere. Le loro composizioni degli anni ’80 hanno permesso al pubblico di scoprire un repertorio che, pur essendo al contempo innovativo e radicato nella tradizione, anticipava anche tendenze future.

Ataraxia: Questa band, si è distinta per l’originalità dei suoi arrangiamenti e per la ricerca di sonorità complesse. Gli Ataraxia hanno rappresentato esattamente quel ponte tra il passato e il futuro, sperimentando con tempi e ritmi insoliti.

Oltre a questi gruppi, va segnalata l’attenzione degli artisti affidabili a integrare nel proprio repertorio influenze prese dal rock britannico, dal jazz fusion e dalla musica sinfonica, trasformando il progressive rock giapponese in un genere dinamico e in continuo divenire. Le band inserite nella  mia personale compilation, a loro dedicata ne sono una vivida dimostrazione.

 Caratteristiche Tipiche del Progressive Rock Giapponese degli Anni ’80

Il progressive rock giapponese degli anni ‘80 si distingue per una serie di elementi che lo rendono immediatamente riconoscibile agli occhi degli appassionati. Tra le caratteristiche principali si possono elencare:

Complessità strumentale: L’uso di tastiere, sintetizzatori, chitarre elettriche accompagnate da elaborati assoli e l’adozione di ritmi complessi e cambi di tempo improvvisi.

Fusione di stili: L’integrazione di elementi del rock britannico classico, del jazz fusion e della musica sinfonica, spesso arricchita da influenze della tradizione musicale giapponese.

Approccio concettuale: Composizioni lunghe, strutturate come vere e proprie suite musicali, con testi poetici e tematiche che spaziano dalla mitologia giapponese a riflessioni esistenziali.

Sperimentazione sonora: La volontà di superare i confini del rock tradizionale, arricchendo il repertorio con passaggi strumentali virtuosi e introducendo suoni e timbriche innovative dette “atmosferiche”.

Estetica e performance: In molti casi, il revival ha visto un’attenzione particolare anche all’aspetto visivo, con copertine degli album e performance dal vivo studiate per creare un’esperienza multisensoriale.

Impatto Culturale del Revival Neo Progressive

Il revival del progressive rock negli anni ’80 ha avuto un impatto culturale ben oltre il semplice ambito musicale. In un contesto in cui la cultura giapponese era sempre più aperta a influenze internazionali, il movimento ha contribuito a creare un dialogo tra oriente e occidente, sintetizzando al contempo tradizione e modernità.

Dal punto di vista musicale, il rinnovato interesse per il progressive rock ha spinto gli artisti a correre rischi creativi e a sperimentare nuove sonorità che spesso venivano accolte con entusiasmo dagli appassionati. Festival, concerti e retrospettive hanno permesso di far rivivere opere che, sebbene nate in un’epoca ormai passata, trovavano nuova linfa grazie a reinterpretazioni moderne e innovative.

Culturalmente, il movimento ha rappresentato un’occasione per valorizzare la capacità del Giappone di reinterpretare generi musicali stranieri, rendendoli unici e riconoscibili anche a livello internazionale. La fusione di elementi tipicamente giapponesi con tecniche e strutture musicali occidentali ha creato un prodotto culturale ibrido, in grado di comunicare profondità e complessità emotiva, e che oggi resta un punto di riferimento imprescindibile per chiunque si avvicini al progressive rock.

Inoltre, il revival ha avuto un impatto importante sulla scena live: i concerti di bands che si ispiravano a questo movimento non erano solamente manifestazioni musicali, ma vere e proprie performance artistiche, in cui luce, scenografia e musica si fondevano per creare un’atmosfera coinvolgente e immersiva.

Conclusioni

In sintesi, il revival del progressive rock giapponese degli anni ’80 rappresenta uno dei capitoli più significativi e curiosi della storia musicale nipponica. La riscoperta e reinterpretazione di sonorità e tematiche complesse ha permesso agli artisti di superare i confini del convenzionale, proponendo al pubblico opere d’arte sonore cariche di innovazione e di guida intellettuale.

Band come Pageant, Mugen, Ataraxia, Gerard, Ain Soph etc... hanno lasciato un’impronta indelebile, non solo per il loro contributo musicale, ma anche per il modo in cui hanno saputo conciliare tradizione e modernità. Questo movimento ha offerto agli appassionati – specialmente a quelli con una conoscenza intermedia del progressive rock – uno sguardo privilegiato sulla ricchezza di un genere che continua a evolversi, fungendo da ponte tra culture e generazioni.

Il revival degli anni ’80 costituisce, quindi, un importante tassello nella storia del rock giapponese, un periodo in cui la sperimentazione e la passione hanno dato vita a un’eredità che ancora oggi ispira nuovi artisti e affascina il pubblico internazionale.

Rock Progressive Japanese (Revival '80) 3 CD

CONTINUA..........

Artisti Vari - InCantautori Prog e altre Alchimie Progressive (Italia '70) CD 12

              InCantautori Prog e altre Alchimie Progressive

                                    Artisti Vari (Italia '70)

                                                 CD 12

InCantautori CD 12

Siamo arrivati al capitolo conclusivo di questa avventura attraverso il cantautorato progressive e le alchimie progressive. Anche questo 12° e ultimo CD è un mix tra pop, pop rock, sperimentazioni e progressive rock, una varietà musicale degna del nome "InCantautori".

Tracks list:

1) Piepaolo Bibbò - Cercando una Terra Fantastica  05:06

Pierpaolo Bibbò - Diapason



2) Sergio Ticozzi - Io Volevo Diventare Qualcuno  04:43

Sergio Ticozzi - La Sorgente che si Trova nel Bosco è più Limpida


3) Gianni Bonfiglio - L'ultima  02:05

Gianni Bonfiglio - Luci Spente a Testaccio


4) Andrea Tich - Porta i Fiori  04:09

Andrea Tich - Masturbati


5) Donatella Bardi - No  03:14

Donatella Bardi - A Puddara è un Vulcano



6) Francesco Messina - Marcia di Kioto  04:21

Francesco Messina - Medio Occidente


7) Mauro Pelosi - Il Poeta  03:58

Mauro Pelosi - Il Signore dei Gatti


8) Jenny Sorrenti - Cabaret  04:39

Jenny Sorrenti - Suspiru


9) Tony Teoli - Una Storia di Oggigiorno (Part. 1) 07:31

Tony Teoli - Una Storia di Oggigiono


10) Nino Ferrer - Riminescenze  06:36

Nino Ferrer - Rats and Roll's



11) Roberto Cacciapaglia - Second Part  16:50

Roberto Cacciapaglia - Sei Note in Logica



giovedì 2 ottobre 2025

IlIusione Distrattiva: La Satira Politica in Televisione

                                           Satira Politica

(Oltre alle ormai regolari divagazioni di ogni giorno 9 del mese, è necessario pubblicare occasionalmente altri contenuti che si discostano dal tema principale di questo blog, ovvero il rock progressivo. Questi articoli speciali servono ad esplorare argomenti specifici e a far luce su eventi di rilievo, con l'intento di stimolare la sensibilità collettiva. Spero di non annoiarvi, anzi, mi preme rendervi partecipi di temi che possano suscitare il vostro interesse)

Satira Politica

                          Illusione Distrattiva: La Satira Politica in Televisione

Introduzione

Nel panorama mediatico odierno, la satira politica si è imposta come strumento prediletto per raccontare i malumori e le problematiche della società. Specialmente all’interno dei programmi televisivi, la satira politica ha assunto un ruolo ambivalente: da un lato vi è il tentativo di far ridere, dall’altro una diluizione della serietà dei problemi reali. In un’epoca in cui la televisione continua a essere un mezzo di grande influenza, si rende necessario interrogarsi sull’impatto che questo genere di spettacolo esercita sull’opinione pubblica. Programmi di satira politica attivi dal 2018 in poi, pur offrendo un intrattenimento immediato, rischiano di disarmare il pubblico, sottraendo attenzione a questioni fondamentali riguardanti la società.

L’obiettivo della presente analisi è quello di esaminare, con un tono critico ma riflessivo, come la satira politica, veicolata attraverso la televisione, contribuisca a minimizzare la gravità dei problemi pubblici. Verranno analizzati alcuni aspetti tipici di questi programmi, in cui la leggerezza del fare spettacolo finisce per oscurare le dimensioni sociali e politiche delle questioni trattate.

Il Divertimento a Caro Prezzo: Il Doppio Volto della Satira Politica

La satira politica in televisione nasce spesso dall’esigenza di proporre una visione alternativa e dissacrante della realtà politica. Tuttavia, osservando i programmi trasmessi dopo il 2018, emerge come questo genere di spettacolo tenda a ridurre problematiche complesse a mere battute e schemi ricorrenti. In quest’ottica, l’uso di un linguaggio volutamente ironico e sarcastico serve da valvola di sfogo, ma al contempo espone una realtà in cui la superficialità diventa la norma.

Da un punto di vista strutturale, tali programmi privilegiano un ritmo serrato e gag immediate, che pur essendo capaci di generare un momentaneo divertimento, riescono a distogliere l’attenzione dal contesto socio-politico complesso. La televisione, con la sua capacità di raggiungere ampie fasce di pubblico, si trasforma così in un palcoscenico dove le problematiche serie vengono trattate con un approccio spettacolarizzato. Tale dinamica solleva una questione cruciale: è possibile che, riducendo tutto a una battuta, si nega l’importanza degli aspetti più profondi e strutturali della realtà politica?

Numerosi osservatori hanno evidenziato come, di fronte a tematiche di rilevanza storica e sociale, lo spettacolo finisce per fungere da rifugio sicuro per chi preferisce non affrontare problemi scomodi. La satira politica, infatti, viene utilizzata come un meccanismo di evasione che maschera la complessità del discorso politico, facendo in modo che il pubblico, più interessato al divertimento che alla riflessione critica, perdi la capacità di analizzare in modo significativo le questioni che realmente contano per la vita democratica.

L’Impatto Disturbante del Divertimento Sbiadito

Un ulteriore aspetto critico emerge quando si considera l’evoluzione dei programmi di satira politica attivi dal 2018: la crescente tendenza a utilizzare un umorismo che rischia di banalizzare le sofferenze e le problematiche concrete dei cittadini. La televisione, in questo contesto, non solo intrattiene, ma diventa il mezzo attraverso cui vengono diffusi messaggi che, sebbene divertenti, hanno potenzialmente effetti deleteri sul dibattito pubblico.

In un’epoca in cui la crisi di fiducia verso le istituzioni è evidente, è fondamentale riflettere sul ruolo della satira politica nell’ambito dell’informazione. I programmi televisivi dedicati alla satira politica, pur rappresentando uno spunto di creatività, rischiano di trasformarsi in una sorta di teatro dell’assurdo in cui la verità si perde tra battute e giochi di parole. Tale trasformazione, seppur in apparenza innocua, porta con sé il pericolo di una perdita di sensibilità verso i problemi reali e una riduzione del dibattito a un semplice intrattenimento.

Le analisi effettuate su diversi programmi di satira trasmessi negli ultimi anni permettono di notare una chiara tendenza: il taglio comico utilizzato diventa talmente ricorrente da sacrificarne il contenuto critico e approfondito. Di fronte a piattaforme che spesso mirano a massimizzare gli ascolti, la scelta di trattare temi delicati in maniera ludica comporta il rischio di relegare le problematiche sociali a mere curiosità passeggere, incapaci di fornire spunti costruttivi per il dibattito politico.

È indispensabile, quindi, interrogarsi sul valore etico e politico di questo formato di intrattenimento. Quando la satira politica si trasforma in spettacolo, il messaggio diventa meno incisivo, e l’attenzione del pubblico viene dispersa in una sorta di consumo immediato, privando i cittadini della possibilità di approfondire una riflessione critica sui temi che realmente influiscono sulla loro vita quotidiana. Tale fenomeno acuisce il divario tra una politica vera e una rappresentazione mediata, rovinando il potenziale di informazione e confronto necessario per una democrazia sana.

Conclusione: Una Riflessone Necessaria

In conclusione, è possibile affermare che la satira politica, così come viene veicolata tramite la televisione, rappresenta un doppio inganno: da un lato, essa si presenta come un mezzo in grado di alleggerire il carico emotivo della realtà politica; dall’altro, essa distoglie lo sguardo dal vero peso dei problemi che affliggono la società. La trasformazione del discorso politico in un semplice spettacolo riduce la complessità delle questioni affrontate e rischia di impoverire il dibattito pubblico.

Piuttosto che offrire uno spunto di riflessione, il formato della satira politica finisce per incanalare l’opinione pubblica verso una dimensione di evasione e superficialità. Un’analisi critica dei programmi televisivi di satira politica attivi dal 2018 in poi mostra come il divertimento immediato possa avere conseguenze a lungo termine, minando la capacità della società di affrontare e risolvere le sfide che si presentano quotidianamente.

Pertanto, diventa sempre più urgente riconoscere il valore di un’informazione politica approfondita e onesta, che sappia andare oltre la superficie e non si accontenti di intrattenere a discapito della sostanza. Solo un approccio che integri la critica con un serio impegno civico potrà rivalutare il ruolo che i media devono avere in una società democratica. Invitiamo i lettori a riflettere attentamente sul significato e sull’impatto della satira politica in televisione, e a condividere questo articolo sui social network per alimentare un dibattito pubblico più consapevole e costruttivo.

Condividete questo articolo sui vostri social network per stimolare una riflessione critica sul ruolo della satira politica in televisione e per promuovere un dibattito pubblico più informato e responsabile.


mercoledì 1 ottobre 2025

Jacob Roberge - The Passing 2025 (Symphonic Prog) Canada

                                Jacob Roberge - The Passing

Jacob Roberge - The Passing


In un panorama musicale in continua evoluzione, il progressive rock continua a esercitare un fascino innegabile, attirando ascoltatori con sonorità innovative e complesse narrazioni. The Passing, Album d'esordio di Jacob Roberge, si presenta come un'opera che non solo celebra la tradizione del genere, ma la reinterpreta attraverso una lente contemporanea. Con melodie incantevoli e arrangiamenti audaci, questa produzione promette di catturare l'immaginazione degli appassionati e di invogliarli a scoprire le sfumature di un viaggio sonoro inaspettato.

Jacob Roberge nel suo album The Passing, con una fusione di melodie minimaliste e arrangiamenti orchestrali stravaganti, ci invita a esplorare un mondo sonoro che riflette tanto la sua crescita artistica quanto le influenze che lo hanno plasmato. Se c'è una lezione che il progressive rock ci ha insegnato nel corso degli anni, è che ogni nota e ogni parola possono trasmettere profonde emozioni e raccontare storie straordinarie. Con The Passing, Jacob Roberge prende questa lezione a cuore, proponendo un'interpretazione audace e riflessiva del genere. Il suo stile, pur conservando un legame con la tradizione, si distingue per una freschezza inaspettata, configurando un album che promette di catturare i cuori e le menti degli ascoltatori, spingendoli a riflettere sulle emozioni e sulle esperienze che accompagnano la musica nel suo insieme.

Ma veniamo adesso all’essensa di questo lavoro straordinario.

"The Passing" inizia con una melodia minimal del pianoforte "The Long Way Home", accompagnata da delicati tocchi acustici. Questo strumento rimane predominante, intrecciandosi con elementi orchestrali e culminando in un potente crescendo, dove gli archi si fondono con un dolce assolo di chitarra. Questa apertura incantevole, arricchita da eleganti riff di basso e melodie avvolgenti, stabilisce il tono dell'album. La musica cattura l'essenza del prog rock, richiamando lo stile prog contemporaneo, e bilancia abilmente momenti di malinconia con assoli esuberanti. Jacob Roberge mette in risalto ciascuno strumento, creando brani memorabili in cui il basso si alterna con la voce e assoli di chitarra eterei. L'album presenta elementi classici del prog rock mescolati a influenze distintive, chiaramente visibili nell'epica "The Passing", una suite di 32.00 minuti dove Roberge mostra tutto il suo notevole potenziale come talento emergente nella scena symphonic prog

In sintesi, "The Passing" di Jacob Roberge rappresenta un'affermazione importante nel panorama del prog rock contemporaneo, grazie alla sua abilità di creare melodie incantevoli supportate da arrangiamenti sofisticati. In conclusione, questo album si distingue per la sua capacità di mescolare nostalgia e innovazione, facendolo risuonare con il pubblico moderno pur rimanendo radicato nelle tradizioni del prog rock. Roberge ha tutte le potenzialità per diventare una figura di spicco nel genere. In definitiva, "The Passing" è un'opera che offre uno sguardo stimolante sul talento emergente di Roberge. Proseguendo sul suo cammino di sviluppo musicale, c'è da aspettarsi che nei suoi futuri lavori potrà ulteriormente affinare la sua visione artistica e abbracciare la piena potenzialità di un compositore di progressive rock.

Tracks list:


1. The Long Way Home (5:08)

2. Empty Traces, Pt. 1 (5:17)

3. Garden of Souls (6:28)

4. Petrichor (10:26)

5. Empty Traces, Pt. 2 (5:33)

6. The Passing (32:03) :

 a. Overture / The Sea of Life

 b. Denial

 c. Anger

 d. Bargaining

 e. Depression

 f. Acceptance


Line-up 


 Jacob Roberge / voce, tastiere, batteria & percussioni, bouzouki, fretless basso (3)

 William Gaboury / Chitarre, basso, programming, tastiere

 Marjorie Bourque / violino

 Julien Siino / cello

 Gabriel Cyr / Chitarra elettrica (6)

 Rémi Cormier / Tromba (4)

 Annie Payeur /  voce (3)