Il Rovescio Della Medaglia - Contaminazione
Line-up
Enzo Vita / guitars
Pino Ballarini /vocals, flute
Stefano Urso / bass
Gino Campoli / drums
Franco Di Sabbatino / keyboards
Luis Enriquez Bacalov / keyboards
Track Listings:
01. Absent for this consumend World (1:05)
02. Ora non ricordo piu (1:47)
03. Il suono del silenzio (5:16)
04. Mi sono svegliato e..ho chiuso gli occhi (4:19)
05. Lei sei tu: Lei (2:04)
06. La mia musica (4:10)
07. Johann (1:23 )
08. Scotland Machine (3:06)
09. Cella 503 (3:18)
10. Contaminazione 1760 (1:04)
11. Alzo un muro elettrico (2:55)
12. Sweet Suite (2:17)
13. La grande fuga (3:42)
Rocklab
Contaminazione e’ la terza incisione del Rovescio Della Medaglia, unico lavoro del gruppo tradotto in lingua inglese e pubblicato per quel mercato con il titolo di Contamination. A differenza dei precedenti La Bibbia (1971) e Io Come Io (1972) che hanno come modello l’hard rock di stampo britannico, Contaminazione si arricchisce di elementi classici e sinfonici grazie al contributo di Louis Bacalov, la cui direzione artistica rende il disco ricco di molti spunti interessanti e di grande effetto. In piu’, l’ingresso nell’organico del tastierista Franco Di Sabbatino, proveniente dal gruppo il Paese Dei Balocchi, offre una maggiore e più controllata vivacita’ agli interventi di stile hard rock di Stefano Urso e compagni.Sposare il moderno e il classico e’ comunque un’operazione che difficilmente riesce alla perfezione, infatti questo tipo di contaminazioni che ad oggi hanno dato risultati degni di attenzione sono veramente poche: su tutte Concerto Grosso n° 1 dei New Trolls, lavoro nel quale lo stesso Louis Bacalov figuro’ come uno dei protagonisti principali. Contaminazione (non poteva essere titolo piu’ adatto ) e’ realmente un caleidoscopio di suoni, di stili, di arrangiamenti, di giri armonici aggressivi ed elettrici che rapidamente sfociano in momenti gentili e romantici. Il lavoro e’ chiaramente ispirato a Bach , ma si possono intravedere momenti tipici dei migliori ELP e, a tratti, degli ottimi Le Orme. Il disco si articola attraverso un percorso narrativo basato sulla storia di Somerset, un tale musicista scozzese, al centro dell’attenzione per dubbi casi di reincarnazione; una storia piuttosto banale e certamente non all’altezza dello spessore musicale dell’opera. L’album e’ costituito da una suite di circa quaranta minuti, divisa in varie fasi ognuna delle quali rappresenta un piccolo gioiello sonoro che si sviluppa all’interno di una costruzione musicale dinamica e senza limitazioni stilistiche. Si respira un’aria molto coinvolgente, che fa viaggiare tra grandi escursioni strumentali e ricordi barocchi, liquide melodie da cui emergono impetuosi riff recitati all’unisono dal basso e dalla chitarra elettrica. Quest’ incontro tra ingredienti di diversa natura favorisce l’instaurarsi di un corpo armonico compatto e ricco di fascino che ne accresce il potenziale emotivo. Contaminazione si lascia ascoltare con disinvoltura e non mostra affatto alcuna frammentazione dovuta all’impiego di una strumentazione molto vasta. Un’intera orchestra sinfonica che si fonde e si alterna alla strumentazione classica rock, in un buon equilibro sonoro dove mai il classico prevale sul moderno. I quaranta minuti della suite hanno la particolarita’ di riuscire ad esternare con efficacia quel contrasto che si viene a creare tra la sezione ritmica, veloce e precisa, gli strumenti elettrici e l’anima barocca messa bene in evidenza momenti musicali in cui con dolcezza e autorita’ emergono piano, violini, clavicembali e orchestra tutta. Le melodie si rincorrono dolci e soavi, a volte articolate e a volte complesse, riuscendo sempre a ritagliarsi un loro spazio tra le complesse tessiture armoniche. Tutti i brani di cui e’ composto il disco sono molto validi, difficile e inutile descriverli singolarmente, il lavoro va gustato nella sua interezza seguendo il suo unico filo conduttore. Merita forse una menzione particolare il solo Alzo Un Muro Elettrico, in cui viene eseguito un memorabile e potente riff (ascoltandolo vi renderete conto di averlo gia’ sentito) di chitarra e basso, che lentamente si affievolisce fino quasi a scomparire, sommerso dai suoni delicati dell’organo. Ma improvvisamente il ritmo incalza, il "muro elettrico" riprende forza e soffoca di nuovo le ambizioni sinfoniche delle tastiere e dell’orchestra per arrivare, infine, ad un giusto compromesso con cui, in un tranquillo alternarsi di atmosfere e suoni, termina questo lavoro del Rovescio Della Medaglia che merita senza dubbio di essere annoverato tra i migliori esempi di "contaminazione" mai realizzati.
La Grande Fuga
Alzo un muro elettrico - Live a Castiglione del Lago
La Grande Fuga
Nessun commento:
Posta un commento