PROGRESSIVE ROCK. '70/ '80/ '90 e oltre - Neo Prog. Psichedelic Prog. Heavy Prog. Crossover Prog. Symphonic Prog. Italian Progressive Rock. Eclectic Prog. Rock.
(QUESTA MUSICA TI SALVERA' LA VITA)
G E N E S I S M A R I L L I O N
04) - Mondi che si Cercano 05) - Verso Sud (ripresa)
06) - Una Donna
07) - 29457, l'Asteroide di Marco Polo
08) - Serinde
09) - Incontro dei Popoli
10) - La Prima Melodia
11) - Xi'an - Venezia - Roma
Tour 2011 - Line-up: Michi Dei Rossi - Batteria,Percussioni/ Michele Bon - Organo Hammond,Synth,Tastiere e cori/Fabio Trentini - Basso,Chitarra acustica e cori/ con, Jimmy Spitaleri (Metamorfosi) - Voce/ William Dotto - Chitarra elettrica e acustica/ Federico Gava - Piano,Synth,Tastiere.
Era il 1987 quando nel regno unito, Steven Wilson (genio musicale assoluto) e Malcom Stocks decidono di far nascere i "The Porcupine Tree". Le prime strabilianti idee registrate nel nastro "Tarquin's Seaweed Farm" e nel successivo "The Nostalgia Factory" li troviamo in questo "On The Sunday Of Life" del 1991, primo album ufficiale della band. La musica dell'intero album, prende spunto dai maestri del passato, Pink Floyd, Yes, King Crimson; è sorprendente, come Wilson e company, riescano a farci rivivere gli anni '70 senza mai sfiorare il plagio o ripetere soluzioni già ascoltate, adattando sapientemente le sonorità ai giorni nostri, il risultato è "stupefacente", un calderone psichedelico di suoni che si fondono tra loro, trascinando l'ascoltatore in paesaggi sconosciuti ed incantati. "On The Sunday Of Life" è il primo di una lunga e ricca produzione discografica sempre attenta a nuove soluzioni sonore mai ripetitive e banali. Raccomando a tutti di approfondire la conoscenza dei "The Porcupine Tree" cominciando da questo primo splendido album che reputo un assoluto capolavoro.
Tracks list:
01 - Music For The Head 02 - Jupiter Island
03 - Third Eye Surfer
04 - On The Sunday Of Life
05 - The Nostalgia Factory
06 - Space Transmission
07 - Message From A Self-Destrtuctive Turnip
08 - Radioactive Toy
09 - Nine Cats
10 - Hymn
11 - Footprints
12 - Linton Samuel Dawson 13 - And The Swallows Dance Above The Sun
14 - Queen Quotes Crowley
15 - No Luck With Rabbits
16 - Begonia Seduction Scene
17 - The Long Silence
18 - It Will Rain For A Million Years
Total Time: 75:41
Line up:
Steven Wilson - Guitar,Keyboards,Programming
With:
John Marshall - Drums (3)
Solomon St: Jemain (Malcolm Stocks)/Guitar and Voice (14)
A Fury Of Glass dei La Rossa (Tolosa 1981) è un piccolo gioiello della rinascita progressiva degli anni '80, ripescato e ristampato in CD dalla Musea Records con l'aggiunta di quattro bonus tracks provenienti dal primo demo del gruppo. Il nome del gruppo,"La Rossa", faceva già pensare ai Van Der Graaf Generator, subito, durante il primo ascolto, ogni dubbio veniva fugato, il tastierista Wolfang Holler strizzava l'occhio ad Hammil in ogni nota,(evidente è anche l'influenza dei Gentle Giant) nel cantato teatrale di Benki sembrava riascoltare il giovane Hammil, il tutto splendidamente coadiuvato dalla chitarra lirica di Jean Pierre Baille e dall'onnipresente sezione ritmica costituita dall'ottimo Marc Neves(batteria) e dal bassista Dino De Rossi. La musica classica e romantica di Bartok si affaccia nel brano capolavoro "Wooden Monoloque" e nei passaggi pianistici di tutti i brani, invece, nelle tracce "Faces We Move","Glassleaves" e "Chimera Chill" aleggiano le atmosfere del generatore dell'album simbolo "Pawn Hearts". CONSIGLIATISSIMO.
Il SENSO DI UNA STORIA: Italia , ennesimo invasore?
Bandiera Siciliana
L'Italia, senza la Sicilia non lascia alcuna immagine nell'anima: qui è la chiave di tutto. Così scrisse, da Palermo,Goethe il 13 aprile 1787: Aveva ragione: questa terra è molto più di un isola ed è molto più anche di una semplice regione italiana, è una terra che nel lento snocciolarsi dei secoli ha visto passare sul proprio suolo praticamente tutti, perchè tutti hanno sempre ambito a far propria un'isola che stava al centro del Mediterraneo quando il Mediterraneo era al centro del mondo. Ausoni, Fenici, Ioni, Dori, Cartaginesi, Romani, Vandali, Goti, Ostrogoti, Bizantini, Arabi, Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi, Spagnoli, Sabaudi, Austriaci, Borbonici, fin poi all'unificazione italiana, i Siciliani hanno visto passare veramente di tutto, hanno visto davvero scorrere tutta la storia d'avanti ai loro occhi lucidi. E proprio questa storia con la esse maiuscola, cosi articolata e cosi complessa fatta di mille bandiere e di mille lingue, fatta di momenti di straordinario splendore ma anche di momenti drammaticamente difficili, proprio questa storia ha paradossalmente donato alla Sicilia quelle esperienze e quella profonda cultura di popolo che alla fine la hanno resa cosciente di essere una e di appartenere solo a sè stessa. Pochi forse ci fanno caso, ma la lingua siciliana non contempla il tempo futuro: per esempio, io partirò viene reso in siciliano con "iù àia pattiri", io devo partire. La loro storia e le mille dominazioni che hanno segnato la loro terra hanno infuso ai Siciliani la profonda coscienza della estrema caducità e della estrema temporaneità delle cose umane. C'è una bellissima opera del siciliano Nino Martoglio che rende bene l'idea:" 'A notti non fa friddu", la notte non fa freddo. Questo hanno imparato i Siciliani dalla loro storia, che la notte non fa freddo, anche quando il freddo c'è ed è pure tanto: i Cartaginesi come i Romani, i Bizantini come gli Arabi, i Normanni come gli Spagnoli, i Francesi come i Sabaudi e gli Austriaci, tutti ma proprio tutti sono arrivati in Sicilia da padroni ma alla fine tutti, presto o tardi, "si nni eru vastuniati", se ne sono andati bastonati. Forse, allora, l'essenza ultima di questa terra quasi impossibile da capire per chi siciliano non è, sta tutta in quel principio che proprio un suo figlio illustre, Archimede di Siracusa, teorizzò poco più di 2200 anni fa. E' lo stesso principio che permette di galleggiare anche alle navi più grandi e pesanti. Ed è una lezione che la Sicilia e i Siciliani hanno imparato dalla loro stessa storia, sulla loro stessa pelle, fino a farla diventare parte di loro stessi. E' appunto il famoso principio di Archimede: trasformare sempre in spinta verso l'alto il peso che li schiaccia.
Per chi la storia la ama e per chi sa comprendere i veri significati e la vera importanza, scorrere la storia della Sicilia vuol dire entrare nel cammino affascinante di un'isola che non solo ha respinto nei millenni il soffio delle più diverse culture, ma soprattutto ha saputo poi armonizzarle in una sintesi perfetta e senza eguali. La storia di questa isola, cuore del Mediterraneo nell'epoca in cui il Mediterraneo era il mondo, ha ispirato anche nella letteratura opere e racconti epici, storie di Re e di Principi, di paladini e di cavalieri, di regni e di gesta eroiche: tutto questo sta alla base di tradizioni e sentimenti popolari ben radicati, tradizioni e sentimenti antichi di secoli e che ancora oggi continuano a costituire l'anima più profonda e vere di questa terra.
Già 10.000 anni primi di Cristo, qualcuno incise sulle pareti della grotta di cala dei Genovesi a Levanzo (isole Egadi) immagini tratte dalla propria quotidianità di cacciatore: cavalli,cervi,animali in generale. Ben organizzate comunità del Paleolitico inferiore ci hanno poi lasciato tracce consistenti della loro presenza sull'isola attraverso numerosi graffiti rinvenuti nella grotta dell'Addura, sul versante nord-occidentale del monte Pellegrino, presso Palermo: 16 figure umane, incise in stile naturalistico, impegnate a celebrare un rituale. Le ceramiche protogeometriche trovate nelle isole Eolie e risalenti ad un periodo compreso tra il XVI e il XVII secolo A.C. sono poi testimonianza di antichissimi contatti intrattenuti tra le popolazioni locali e il mondo egeo-miceneo; alla stessa età del Bronzo risale la civiltà autoctona di Thapsos, che ci ha lasciato anche una vasta produzione di coppe in terracotta e pide tubolare. Quella che forse rappresenta la prima di una lunga serie di invasioni che hanno costellato la storia siciliana risale all'età del Ferro, periodo in cui sembra potersi datare l'arrivo di un popolo peninsulare, gli Ausoni: Passando ad epoche più recenti, alla vigilia dell'arrivo dei primi colonizzatori greci, erano in pratica quattro gruppi etnici stabilmente stanziati in Sicilia: gli autoctoni Sicani e Siculi (questi ultimi fondatori dell'attuale Messina all'epoca di Zancle, cioè "falce"), gli Elimi a Segesta ed Erice, i Punici di Cartagine (eredi dei Fenici) a Mozia, Panormo (l'odierna Palermo) e Solunto.
Le prime popolazioni greche arrivarono intorno all'VIII secolo A.C. e iniziarono da subito a fondare importanti centri: gli Ioni provenienti dalla Calcide fondarono Naxos (nel 735 a.C.), Leontinoi (l'attuale Lentini), Katana (oggi Catania) intorno al 729 a.C., Himera: opera dei Dori fu invece la costruzione di Siracura nel 733 a.C.. Akrai,Casmene,Camarina,Megara Hyblaea, Selinunte nel 627 a.C.., Gela, Agrigento nel 580 a.C... In quasi tutti i casi di trattava di colonie con governi oligarchici e con economie principalmente agricole, colonie che però ben presto divennero anche importanti centri di scambio di porpora fenicia, di bronzi etruschi e di ceramiche greche e che iniziarono anche a coniare moneta. Un personaggio di questa epoca che senza dubbio merita di essere ricordato è il legislatore catanese Caronda, creatore del primo codice di leggi scritte: le sue leggi costituirono un'importante barriera agli abusi delle classi nobiliari, anche se le paure e gli scontenti popolari favorirono comunque la graduale ascesa al potere da parte di demagoghi assetati di potere assoluto. Nel 608 a.C., con un colpo di stato a Leontinoi, si aprì la cosiddetta "epoca dei tiranni": Panaaetios di Leontinoi è il primo tiranno siciliano. I vari tiranni che fecero la storia dell'isola in questa fase storica, se è vero che in alcuni casi si macchiarono di grandi crudeltà, è pure vero che in altri seppero anche essere governanti illuminati, capaci di assicurare splendore e benessere alle città siciliane da loro governare. E così, per esempio, ricordiamo Falaride che nel 570 compie un massacro di cittadini nel tempio di Zeus e diviene tiranno di Agrigento, ma ricordiamo anche Gelone di Gela che provò ad unificare tutta la Sicilia greca conquistando anche Siracusa nell'anno 485 e trasferendovi quasi tutta la popolazione di Gela, Camarina e Megara. Tipici di tutta questa fase storica dell'Isola sono comunque i continui scontri tra Siculi (che, guidati da Ducezio, vennero sconfitti nel 440 subendo anche la distruzione della capitale Palike) e popolazioni greche e gli altrettanto continui scontri tra Greci e Cartaginesi: Questi, alleati di Selinunte, vennero dapprima sconfitti nella battaglia navale di Himera del 480 dai tiranni Terone e Gelone, ma riuscirono poi a rifarsi nel 406 con una serie di azioni militari che li portarono a estendere la propria influenza su gran parte dell'isola, con la sola importante eccezione di Siracusa. Siracusa, una colonia greca che ad un certo punto gli stessi greci (in particolare Atene) iniziarono a vedere con preoccupazione a causa del suo splendore sempre crescente. Fu durante la guerra del peloponneso che gli Ateniesi appoggiarono gli Elimi contro Siracusa, andando tuttavia incontro ad una cocente sconfitta navale nel 415: i Siracusani sbaragliarono la flotta ateniese e alla fine si contarono 12.000 caduti siracusani a fronte di 50.000 caduti ateniesi. Quando si parla di Siracusa non si può non citare tiranni come Dionisio I ( che tra il 406 e il 367 dotò Siracusa di una possente cinta muraria lunga 22 chilometri, ma che è ricordato anche per la sua avidità che lo spinse addirittura a sottrarre il mantello d'oro alla statua di Zeus), Dionisio II ) che, regnando dal 367 al 354, richiamò a corte il filosofo Platone, venduto come schiavo dal suo predecessore Dionisio I), Agatocle ( che tentò invano la conquista di Cartagine), Ierone. Questa fu comunque anche un'epoca di grande fermento culturale, in cui operarono personaggi come il tragediografo Eschilo, che nel 472 fece rappresentare a Siracusa la sua tragedia "I Persiani": Sempre nel V secolo a.C. venne edificato il maestoso tempio dorico di Segesta, rimasto pressochè intatto sino ai giorni nostri, mentre al III secolo a.C. risale la costruzione di quel capolavoro dell'architettura teatrale che è il teatro greco di Taormina.
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Veramente piacevole e molto coinvolgente l'ascolto di questo disco dei Milanesi "Sunscape". Le note scorrone lente, continue ed avvolgenti, specie negli incastri sonori in cui si insinua il flauto di Carlo Soppelsa. Il sound è una sorta di sperimentazione e psychedelia progressiva con riferimenti Kraut e nuove idee che avvicinano il gruppo ai King Crimson,Gong e Porcupine Tree , lasciando comunque spazio ad innovazioni progressive notevoli par fantasia e struttura. Consigliatissimo.
"So Linger" dei "Dono Celeste" figlio del nuovo progressive di matrice italica, è uno degli album più rappresentativi e più belli della "Mellow Records"etichetta specializzata nello scovare vere e proprie gemme musicali. Le sonorità del disco spaziano tra post-rock ,a tratti melodico ,ed atmosfere classicheggianti, ricamate sapientemente da arpeggi chitarristici. I tappeti di tastiere ipnotiche ed i ritmi intensi, rendono unico questo lavoro,anche se, a tratti, ci ricorda i passaggi visionari dei primi Pink Floyd.
Tracks list:
1) Cold Day
2) Obsessional Soul
3) Narcotic Swaging
4) Aloofness
5) L. August
6) Tripping Man
a) Schizoid Child
b) Dear People
c) Light Of Heaven
Appena un anno dopo l'uscita di "Planet Earth"e dopo un estenuante tour che ha toccato nel 2010 la maggior parte d'Europa, gli Stati Uniti ed il Canada , i The Watch si ripropongono con questo nuovo album in studio, in uscita per lunedì 21 febbraio.
Credo siano inutili le raccomandazioni. I The Watch riusciranno certamente ad incantarci ancora
Interessante lavoro, questo terzo CD dei "Maury e i Pronomi" che ripercorre le sonorità degli anni '70 con riferimento particolare alle "Orme". Il disco è permeato da gustose armonie vocali ricercate ma orecchiabili, tastiere flauto e chitarra elettrica che si alternano negli spunti sonori classicheggianti dove si avverte una affascinante tinta barocca. Di questo disco è stato scritto:che è un viaggio nell'onirico personale e nel fantastico (e forse mitizzato) mondo degli Dei, una sorta di Olimpo che si può tranquillamente collocare sia nella elegiaca Grecia, sia nel nostro personale Super-IO: la copertina in questo nci aiuta, perchè lo Zeus di turno si concretizza solo grazie alla serenità infantile che nasce dal libro aperto con ingordigia.
"Sweet Metamorfosi" e il terzo lavoro dei "prowlers" ed è in assoluto il miglior album della band,un vero capolavoro. 70 minuti di progressive sinfonico e psichedelico ben costruito con atmosfere spaziali e folk - Riferimenti ( Pink Floyd,Saint Just,BMS,Etc....)
Tracks list: 01 - Overture 02 - Dream of Music 03 - Five Young Musicians 04 - Shadows and Fires 05 - I'm so Different...I'm so Lonely 06 - Tum-pà! 07 - Dolce Metamorfosi 08 - Simboli Strani 09 - Oltre i Confini del Mondo 10 - L'ultima Metamorfosi
Line-up
Alfio Costa - Keyboards,Mellotron,Backing vocals Alan Ghirardelli - Basso,Backing vocals Laura Mombrini - Lead vocals Giovanni Vezzoli - Dums,percussioni,Backing vocals Flavio Costa - Electric,Acoustic and Classical Guitar,Backing vocals